È difficile immaginare lo sviluppo di un ecumenismo profondo o dell’interconfessionalità tra le culture e le religioni del mondo senza riconoscere gli angeli tra di noi e nelle nostre tradizioni.
Tra le esperienze che gli esseri umani sono chiamati a fronteggiare c’è la crisi ecologica, per la quale è necessaria tutta la saggezza che possiamo mettere insieme. Gli angeli possono essere in grado di assisterci in questo lavoro, e si possono rivelare degli alleati indispensabili, veri angeli custodi che ci istruiscono su come salvaguardare l’eredità di un pianeta che un tempo era in buona salute, ma che oggi è a rischio.
Per questi motivi è importante ritornare alla nostra tradizione spirituale, per esaminare ciò che ci dice sugli angeli, e connettere questa saggezza alla cosmologia evolutiva contemporanea. Questo è necessario affinché si prepari il terreno per ricerche più profonde nel futuro – un futuro che crediamo sarà caratterizzato da un sempre più appassionato sforzo di esaminare la coscienza in questo pianeta e oltre.
Per aiutarci nel lavoro di esplorazione della nostra tradizione spirituale, abbiamo scelto di concentrarci su tre giganti della cultura occidentale, il cui modo di affrontare il tema degli angeli è particolarmente ampio, profondo e influente. Si tratta di Dionigi Areopagita, monaco siriaco la cui opera De coelesti hierarchia è stata scritta nel VI secolo; Ildegarda di Bingen, badessa tedesca del XII secolo; e San Tommaso d’Aquino, teologo e filosofo del XIII secolo.
Dionigi Areopagita ha compiuto una straordinaria sintesi delle correnti filosofiche Neoplatoniche del Medio Oriente alla luce della sua esperienza e della teologia cristiana. Ildegarda di Bingen, sebbene si rivolgesse al retaggio angelologico tramandato dalla tradizione monastica della chiesa occidentale, ha elaborato in special modo le sue esperienze visionarie con i regni angelici. Tommaso d’Aquino ha creato una sintesi dello studio sugli angeli, includendo le idee del filosofo islamico Averroè, gli scritti di Dionigi Areopagita, la scienza e la filosofia di Aristotele, e la tradizione biblica. Ha inoltre sollevato interrogativi profondi, speculativi, che appaiono audaci persino oggi, e rivestono uno speciale interesse sopratutto alla luce della cosmologia che sta emergendo dalla scienza contemporanea. È probabile che questi tre pensatori abbiano dedicato il proprio sforzo intellettuale all’angelologia più di qualsiasi altro grande filosofo occidentale.
Inizieremo questo lavoro con un dialogo introduttivo nel quale esploreremo la storia dell’interpretazione occidentale degli angeli, e la loro centralità nella tradizione della chiesa delle origini e nella teologia medievale. Esamineremo come la rivoluzione meccanicistica nella scienza del XVII secolo non abbia lasciato spazio per gli angeli all’interno di un cosmo meccanico, e abbia condotto a una perdita di interesse per l’argomento sia nella scienza che nella teologia. Discuteremo anche il recente rinnovato interesse popolare per gli angeli e l’importanza attuale di una visione ecumenica e interreligiosa, o interculturale, dei regni spirituali.
Ci rivolgeremo poi ai nostri tre autori principali. Abbiamo selezionato i loro passi più importanti e rilevanti sul tema degli angeli, e a ognuno di questi abbiamo fatto seguire una discussione in cui proviamo a estrapolare il loro significato sia da una prospettiva teologica che scientifica.
In questi dialoghi il nostro principale interesse è rivolto alle possibilità della scienza e della teologia di domani, e non al passato. Abbiamo trovato entrambi illuminante questo modo di ragionare. Ha portato ognuno di noi al di là di ogni interpretazione che avremmo potuto formulare individualmente, con le nostre limitate prospettive. Speriamo che quello che per noi è stato un processo creativo possa aiutare gli altri a ragionare e riflettere.
(Matthew Fox e Rupert Sheldrake, La fisica degli angeli, Tlon 2016, traduzione di Michele Trionfera)